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Fahlström, Oyvind.

Pittore svedese. Prima di dedicarsi alla pittura, ha svolto un'intensa attività giornalistica e di critico d'arte interessandosi contemporaneamente alla poesia, tanto da farsi promotore di un movimento letterario di cui gettò le basi, nel 1953, con il suo Manifesto per la poesia concreta. Iniziò a dipingere intorno al 1955 e poco dopo espose alcune sue opere a Parigi in una mostra collettiva organizzata dal gruppo Phases diretto da E. Jaguer. Dal 1961 vive alternativamente a Stoccolma e a New York, dove è stato accolto tra le file degli esponenti della Pop Art angloamericana. I suoi quadri contengono un repertorio di immagini tratte dai rotocalchi, dalla pubblicità e dai fumetti; ma nella sua iconografia si ha un "plus" di quel surrealismo che, di norma, non appare nella Pop Art tradizionale. Dal 1962 F. ha dato il via anche ai suoi dipinti variabili, quei quadri dei quali lo spettatore può spostare alcune parti per modificare, a suo piacere, l'aspetto dell'insieme. Celebre è diventato Planetarium, nel quale sono rappresentate alcune bambole che lo spettatore può svestire o rivestire a suo gradimento ottenendo così una formale modificazione, non solo della "vista" del quadro, ma anche del carattere delle immagini che vi sono rappresentate. Nel 1966, F. inaugurò anche la serie dei multipli variabili che egli chiama "organo-pitture" (San Paolo, Brasile 1928 - Stoccolma 1976).